Nei paesi europei in cui sono stati registrati progressi nell’incorporazione di criptoactivi nell’economia reale, sono possibili operazioni come andare in un bancomat per criptovalute e scambiare quella valuta digitale con dollari fisici o euro. I pagamenti per i prestiti di servizi tra individui attraverso le valute digitali, senza toccare una moneta comune, così come i pagamenti per le merci tra piccole, medie e grandi aziende stanno diventando sempre più comuni.
In Africa esistono già iniziative che stabiliscono reti di pagamento mobili e rimesse basate su criptovalute. Dal 2015, la Banca Centrale di Barbados ha già indicato la necessità di collocare parte delle sue riserve internazionali in criptovalute, secondo un documento preparato dagli economisti Winston Moore e Jeremy Stephen, nonché considerando la creazione di un fondo con moneta digitale.
D’altra parte, a Santo Domingo, la capitale della Repubblica Dominicana, tre bancomat per criptovalute erano già registrati alla fine del 2017. Questi cassieri automatici appartengono alla società che li produce: Lamassu.
Attraverso questi esempi è evidente l’uso di criptattivi che trasformano di fatto le relazioni finanziarie tradizionali e facilitano le reti virtuali di scambio di valute per beni e servizi tra individui, dalle persone fisiche alle aziende.
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