Con le cellule staminali si scopre come generare nuovi neuroni nel cervello di una persona adulta. Scoprite di cosa si tratta.

Le cellule staminali sono cellule molto giovani, non completamente sviluppate.

Per questo motivo la ricerca rivela che in un cervello completamente formato ci sono cellule staminali in grado di creare nuove connessioni neuronali per tutta la vita.

Nel cervello, le cellule staminali hanno la capacità unica di continuare a produrre copie di se stesse e di dare origine a nuove cellule, che sono responsabili della crescita del cervello durante lo sviluppo embrionale.

Sono anche responsabili della generazione di tutte le cellule del sistema nervoso centrale, compresi i neuroni.

Questo fenomeno biologico è quindi importante per funzioni specifiche come i processi di apprendimento e memoria.

In precedenza, la scienza aveva stabilito che i neuroni non si rigenerano nel cervello adulto.

Tuttavia, un nuovo studio condotto da un team di biologi delle università di Ginevra e Losanna dimostra che in alcune aree del cervello adulto esistono cellule staminali che possono essere riattivate per formare nuove connessioni neuronali.

Questo nuovo studio è stato pubblicato sulla rivista scientifica Science Advances.

Questo processo di creazione di nuovi neuroni è chiamato neurogenesi e subisce cambiamenti nel corso della vita di un essere umano.

Con questa scoperta, gli autori dello studio sono riusciti ad aumentare il numero di neuroni nel cervello di topi adulti e anziani.

Questo tipo di scoperte apre quindi la possibilità di trovare trattamenti efficaci contro le malattie neurodegenerative.

È importante sapere che le malattie neurodegenerative, come l’Alzheimer o il Parkinson, impediscono la rigenerazione neuronale.

Jean-Claude Martinou, uno degli autori dello studio, ha concluso dicendo che: “Questi risultati gettano nuova luce sul ruolo del metabolismo cellulare nella regolazione della neurogenesi”.

“A lungo termine, questi risultati potrebbero portare a potenziali trattamenti per condizioni come la depressione o le malattie neurodegenerative”.

Questo progresso è importante perché apre le porte alla creazione di farmaci che fermino la progressione o prevengano le malattie degenerative legate all’età.