La musica come terapia non è un trattamento nuovo, già tre secoli fa si conoscevano gli effetti che la musica ha sulle persone, sia sui pazienti che sulle persone sane, e si è scoperto che produce effetti positivi sul corpo come sedativo, di stimolazione e di armonia.
Attualmente, la musica viene utilizzata come strumento nella riabilitazione di pazienti con danni neurologici e con problemi di adattamento a nuove situazioni.
Secondo gli studi condotti dai ricercatori della cognizione, la relazione tra lo stato di riposo e il funzionamento della memoria sono componenti elementari per un buon funzionamento esecutivo. Un concetto di base elementare per capire perché certe informazioni non vengono trattenute in memoria è l’interferenza che impedisce il consolidamento dell’informazione nella memoria a lungo termine.
La musica è considerata uno degli stimoli che meglio influenzano il sistema di ricompensa dopaminergico negli esseri umani, motivo per cui si sta studiando la sua influenza su aspetti importanti come l’apprendimento e la memoria. Questo tipo di scoperte dimostra che la musica ha effetti positivi sulle funzioni esecutive degli esseri umani in generale. Viene persino utilizzata come strumento per la riabilitazione di pazienti con danni neurologici, soprattutto per quanto riguarda la flessibilità cognitiva, che è la capacità di adattarsi a nuove situazioni, di cercare soluzioni a vari problemi e, in generale, è un’abilità che consente un funzionamento corretto. normale nelle persone.
Viviamo in un’epoca in cui gli individui sono molto esausti. Il carico di compiti che richiedono un’attività cognitiva simultanea fa diminuire le capacità delle funzioni esecutive che permettono una vita funzionale. L’esposizione prolungata agli schermi di cellulari e computer può causare un esaurimento visivo e cognitivo. La memoria è una facoltà indispensabile per la vita delle persone.
In uno studio molto recente, Martini et al. (2022) hanno analizzato l’influenza del riposo e della musica sul consolidamento delle informazioni nella memoria di lavoro. Lo studio consisteva nel confrontare le prestazioni di memoria attraverso l’esecuzione di un elenco di parole da parte degli sperimentatori in due fasi: il primo elenco veniva presentato subito dopo sei minuti di riposo completo, mentre per il secondo elenco la condizione era di aver ascoltato sei minuti di musica.
L’esperimento consisteva in due sessioni. Nella prima sessione, a un gruppo di 25 partecipanti è stato chiesto di riposare seduti in posizione rilassata con gli occhi chiusi e al buio per un periodo di 5,45 minuti. Per testare gli effetti della musica sulla memoria, ad altri venticinque partecipanti è stato chiesto di ascoltare musica a occhi chiusi, con le cuffie, al buio e a un volume morbido e moderato per 5,45 minuti. Le canzoni ascoltate erano quelle di Aloe Blancc, Smallpools, American love, Can you do this, wWethe Kings, Kids in themoonlight, No regrets, NeonTrees.
La seconda sessione, iniziata diciannove ore dopo la prima, consisteva nel far ricordare ai partecipanti le due liste di parole in qualsiasi ordine.
I risultati dello studio rivelano che non ci sono state differenze tra le prestazioni nei compiti di memoria, il che significa che sia i partecipanti che erano in uno stato di riposo con gli occhi chiusi sia quelli che ascoltavano la musica ricordavano in media lo stesso numero di parole. .
Possiamo quindi dedurre che l’applicazione della musica nella neuroriabilitazione dei pazienti è uno strumento economico, con la prova scientifica che può aiutare nella gestione di varie condizioni mediche.
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